Dissi: me ne andrò una notte in cui una luna di Giotto sorriderà leggendo le storie del sole e io sognerò ascoltando il suo lato oscuro. Ma dopo averlo detto pensai che non sarebbe stato il momento.
Pensai allora: me ne andrò quando la notte incontrerà il giorno e nel cielo i diamanti di Lucia rideranno sfarfallando sopra i boschi di Norvegia. Ma dopo averlo pensato seppi che non sarebbe stato il momento.
Me ne andai invece una mattina in cui un sole urlava tutta la sua luce, ad occhi chiusi e piedi scalzi, bruciato dalle mille gocce che ridevano e mi portavano i pensieri di quando sono salito almeno una volta in piedi sul banco invocando il Capitano, di quando ho visto gli occhi di lei e ho sorriso, di quando l’ho sognata per la prima volta, di quando ho saputo dire il primo no al mondo, di quando mi sono accorto che le idee nascono bambine e bisogna accudirle, di quando ho dato il nome a un profumo e ho dipinto i sogni con le parole.
Me ne andai quando alla fine, solo chiamandole per nome, le cose si avveravano e le risposte erano solo quelle che volevo, perché avevo perso la possibilità di sognare o di sperare che qualcosa di meraviglioso potesse accadere.
Fuggi dal tempo prima che lui ti riprenda! Me ne andai in tempo.