La prima chitarra. Legni tenuti insieme nonostante tutto congiuri contro di loro dal 1954; si, lei è nata prima di me ma ci siamo conosciuti nel ’70 quando il cugino musicista me l’ha data insieme a un foglio con scarabocchiato il giro di do. Al termine di quel giro mi sono sentito un musicista affermato e non mi ha fermato più nessuno, a parte il dolore alle dita prima che si formassero i calli nei punti giusti e le figuracce provando i primi barrè. E vennero i campeggi e la navigazione sui torrenti di montagna, la luna e i falò. E poi, le discese ardite e le risalite, le locomotive truccate con rimmel, mi sono perso raccogliendo violette e cercando dollari d’argento sul fondo del Sand Creek. E il suono del silenzio e il lato oscuro della luna mi hanno infine catturato. Ora è così, salvata dal dimenticatoio e presa in mano come una volta i pellerossa impugnavano le pagaie. Non suona più, ha corde stanche e geometrie squinternate ma quei legni hanno un’anima e non li abbandonerò.
un ricordo dei tempi passati che ci accompagna nel corso della vita