Le storie di famiglia a volte si incrociano con quelle del cibo e certi piatti diventano per incanto una tradizione e portano con se i ricordi. Uno di questi ha una storia inconsueta e nasce da lontano, nel tempo e nello spazio tanto da diventare una favola da raccontare.
C’era una volta uno zio d’America, uno come tanti hanno avuto, vista l’emigrazione verso il Nuovo Mondo e anche io posso dire di averlo avuto nella figura di un fratello della nonna. Naturalmente lei ha avuto altri fratelli e sorelle gironzoloni ma lui, in particolare, è stato quello che ha dato inizio a questa storia gastronomica un’estate di tanti anni fa.
Lo Zione, chef in un ristorante dalle parti di New York, un giorno tornò in Italia in compagnia della moglie e di un prosciutto. Si. Un prosciutto e un’idea. La nonna già sapeva che avrebbe avuto di che preoccuparsi ma era tanta la gioia di avere il fratello vicino che il brivido durò solo un istante. Io ero piccolo ma vedevo un grande trambusto intorno a me alla ricerca di ingredienti di cui in casa nostra, nei primi anni’60, non si conosceva neanche il nome tanto erano foresti.
Questo fu l’inizio e dopo quello passarono molti anni prima che la Ricetta, custodita tra le gioie di famiglia, potesse rivedere l’aria e assaporare i profumi della cottura. Il merito di questa nuova vita fu la Scoperta Del Secolo, fatta in una salumeria nel centro di Trieste,in occasione della consueta visita alla nonna (l’altra nonna): un prosciutto di Praga affumicato esattamente come richiesto dalla Ricetta Dello Zio.
Ecco, è andata così che uno chef genovese d’America, un prosciutto triestino con il nome di Praga e una cuoca genovese hanno dato vita a una tradizione che perdura da almeno quaranta anni.